Commenti
Crotone, Chiesa Santa Maria Di Prothospataris
Crotone, Chiesa Santa Maria Di Prothospataris
Testi a cura della dott.ssa Elisa Cagnazzo - Ufficio beni culturali Diocesi di Crotone e Santa Severina
Le origini
La chiesa, tra il 1577 e il 1579, risulta già sotto potere regio e non sotto quello vescovile, con la conseguente nomina di rettori anch’essi non soggetti al potere vescovile.
La parrocchia ha comunque sempre ricoperto un ruolo di tutto rispetto all’interno del tessuto urbano essendo una delle parrocchie-quartiere in cui era divisa la città.
Nel 1595 il Vescovo Giovanni Lopez riorganizzò i territori di pertinenza delle parrocchie riducendole da dodici a cinque. In quest’occasione la chiesa di Santa Maria crebbe d’importanza, infatti, vide ampliati i suoi confini includendo anche la vicina chiesa di Sant’Angelo, oggi scomparsa.
Dopo una serie di scontri tra i Vescovi e il potere regio, alla metà del Settecento, la chiesa di regia collazione era ritornata parrocchiale e solo essa tra le cappelle della città aveva il privilegio di conservare i sacramenti.
L'architettura
La Chiesa si presenta con una facciata molto semplice, un portale rettangolare in pietra arenaria sormontato da un architrave lievemente sporgente al di sotto del quale prende posto, una decorazione con motivi floreali. Completano la facciata nell’ordine, un’apertura circolare che illumina l’interno e un campanile a vela.
L’interno molto rimaneggiato è composto da un’unica navata che presenta nelle due parti quattro specchiature rettangolari con statue di santi e si conclude con abside semicircolare.
La zona presbiterale è leggermente sopraelevata rispetto alla navata. L’altare maggiore in marmi policromi, occupa la parete di fondo dell’abside illuminata da due finestre quadrate poste ai lati. Nella parte posteriore della navata è stata ricavata una cantoria.
La copertura della navata è costituita da capriate lignee nascoste da una controsoffittatura a perline dipinte di bianco.
La chiesa rimase parrocchiale e mantenne il regio patronato per tutta la prima metà dell’Ottocento.
Al suo interno all’inizio del vescovato di Leonardo Todisco Grande (1833-1849) oltre all’altare maggiore e alle due immagini della Beata Maria Vergine della Pietà e del Rosario vi erano la fonte battesimale ed un altare eretto in onore della Beata Vergine dei Sette Dolori e di S. Gaetano. Ad oggi sono presenti solo la fonte battesimale del secolo XVIII e la tela della Beata Vergine, anch’essa del secolo XVIII.