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Crotone, Parco archeologico di Capo Colonna
SP50 Crotone Crotone
Crotone, Parco archeologico di Capo Colonna
Il mito ricorda la presenza di un bosco sacro ed il passaggio di Eracle con i buoi di Gerione. Eracle era legato alla fondazione del santuario. Egli infatti avrebbe ucciso il giovane Crotone, figlio del re locale Lacinio, per timore che volesse rubargli la mandria; per questo, volendosi far perdonare, avrebbe istituito il santuario e i riti dedicati alla dea del luogo. Sempre al Lacinio sarebbe stato praticato un culto eroico alla memoria dell’eroe della guerra di Troia, Achille, figlio di Teti. E proprio quest’ultima avrebbe donato ad Hera il promontorio ad essa consacrato.
La venerazione che si tributava ad Hera Lacinia faceva convergere verso il suo tempio devoti di varia provenienza, con ricchi doni votivi. Il santuario, ricordato anche per essere stato frequentato dal grande filosofo Pitagora, riscosse tale fama da divenire probabilmente sede della Lega Italiota, una grande confederazione a carattere politico e militare che riuniva tutti i Greci d’Occidente. Da qui il grande nemico dei Romani, il condottiero Annibale, ripartì per fare ritorno nella sua Cartagine, dopo aver lasciato memoria delle sue gesta su una iscrizione in greco e in punico.
Il santuario, proprio per la sua dislocazione su un promontorio, doveva rappresentare anche un riferimento essenziale per la navigazione ed un rifugio sicuro, di cui la dea venerata come eleutheria(s) (liberatrice) si faceva garante. Ma la divinità era anche protettrice della natura e, in particolare, dei bovini che pascolavano liberamente all’interno del bosco a lei sacro. Nello stesso tempo, essa era kourotrophos, vale a dire nutrice dei bambini e, quindi, associata al controllo dei riti di passaggio dallo stato infantile a quello adulto.
Oggi il sito è noto e visitato soprattutto per l’unica colona superstite del grande tempio dedicato alla dea, mentre gli scavi archeologici stanno lentamente riportando alla luce le strutture del santuario magno-greco e quanto si è sviluppato successivamente alla conquista romana.
Del grande tempio, un periptero di ordine dorico eretto intorno al 470 a.C. e in origine impreziosito da decorazioni e statue in marmo, rimangono le enormi fosse di fondazione del suo basamento (circa 59 m x 22 m) ed una delle sei colonne del lato orientale, affacciato sul mare.
Una eco della ricchezza dei doni votivi che erano offerti nel santuario si ha grazie ai ritrovamenti fatti in occasione dello scavo dell’edificio B, probabilmente il più antico sacello della dea realizzato all’inizio del VI secolo a.C. Il rinvenimento al suo interno di una grande concentrazione di oggetti in terracotta, osso e metallo, tra i quali spiccano uno splendido diadema in oro ed un’affascinante quanto misteriosa barchetta nuragica realizzata in bronzo, ha fatto pensare che l’edificio, all’atto della fondazione del tempio A, fosse divenuto un thesauròs (piccolo edificio per conservare le offerte).
Altre strutture di carattere accessorio alle attività del santuario occupavano le aree circostanti il tempio. L’edificio H è stato riconosciuto come Hestiatorion, in quanto strutturato al suo interno con sale per banchetti. Mentre l’edificio K viene considerato un Katagogion, cioè un complesso destinato all’accoglienza di ospiti di riguardo. Entrambi presentano un peristilio centrale e il loro impianto risale al IV secolo a.C., in corrispondenza di un generale rinnovamento dell’area.
Ma la rimanente parte del promontorio è interessata dalla presenza di resti di edifici di età romana a prevalente carattere domestico. Secondo una recente ipotesi, infatti, la colonia romana dedotta nel 194 a.C. sarebbe stata realizzata dai Romani proprio presso il santuario per meglio controllare la vicina città greca di Kroton della quale non si fidavano, avendo questa accordato il proprio sostegno ad Annibale durante la seconda guerra punica. Di tale insediamento rimangono in vista il poderoso muro di cinta in opera reticolata, i resti del balneum (impianto termale) con un bel mosaico pavimentale che menziona i magistrati che ne curarono l’esecuzione ed una ricca domus di età augustea, trasformata in epoca imperiale in un impianto artigianale con fornaci per la produzione di manufatti di argilla. Tali strutture gravitano nei pressi della chiesetta in cui oggi viene venerata la Madonna, intitolata S. Vergine di Capo Colonna.
Contatti
Museo archeologico di Capocolonna
indirizzo: Via Hera Lacinia
tel. 0962934814
Orari di apertura al pubblico
dalle 9.00 fino ad un'ora prima del tramonto
tutti i giorni